LE ACQUE DI AQUINO


Lavandaie di Aquino lavano i panni alle "forme"
in una stampa del 1827

Già l’etimologia del nome ci dice che il termine Aquinum nome originale di Aquino non può che derivare dal latino “acqua”, e l’abbondanza ancora oggi delle acque che ne attraversano il territorio, e la presenza di tante piccole sorgenti non fanno che confermare l’ipotesi che Aquino si chiami così per l’abbondanza delle acque che vi scorrono da per tutto.
        

Notissime sono le sorgenti di capo d’acqua oggi in territorio di Castrocielo, ai piedi del massiccio del Monte Cairo che sovrasta tutta la pianura. Tali sorgenti danno origine all’omonimo laghetto di cui si dipartono le “forme d’Aquino” i corsi d’acqua che nel XVI secolo, ad opera dei principi Boncompagni furono creati per irreggimentare le acque che erano ormai diventate paludose e che occupavano tutta la piana che dai piedi del Cairo arrivano fino all’attuale centro urbano di Aquino e che rendeva malsana tutta la zona.

Gli antichi “laghi” di Aquino, che si estendevano nella lunga fenditura che attraversa la piattaforma rocciosa su cui poggia la Città (ancora oggi la parte sottostante la chiesa della Madonna della Libera, viene indicata come “glu lagh”) erano diventati semipaludosi, come testimoniano anche diverse antiche stampe di Aquino.
         I Boncompagni incanalarono le acque in diversi “letti” che servirono anche ad alimentare i vari mulini che furono realizzati lungo tutto il corso di Capodacqua fino all’imbocco nel fiume Liri e anche la cartiera a fianco alla chiesa della Libera.

In seguito a questa bonifica che eliminò la palude, i terreni (chiamati ancora oggi “Pantani”) divennero fertilissimi, ma, in tempi di piena per piogge abbondanti e a causa degli alvei abbastanza ridotti, le acque continuarono ad invadere i terreni circostanti. Questo problema fu risolto negli anni ottanta del ventesimo secolo, quando gli alvei furono allargati e approfonditi dal Consorzio di bonifica “Valle del Liri”.Lungo il corso delle “forme di Aquino” nacquero anche una serie di “lavatoi” di cui per secoli si sono servite le donne di Aquino per lavare coperte e stoffe di casa. Questi erano e sono ubicati uno all’inizio del centro abitato di Aquino (oggi via Soldato Ignoto) prima della “caduta” dell’Arco di Marcantonio, due lungo la strada per Pontecorvo prima della cascata nel Vallone, e uno alla “Volla” del quartiere “pentime”. Non è raro ancora oggi vedere donne che vi lavano coperte e lenzuola.

 

 

Ad Aquino tutto richiama ancora oggi l’origine di tale nome….. oltre le forme, le cascatelle, i lavatoi e i vari ruscelli che vengono dai piedi del monte Cairo, anche attraversando la Casilina (che un tempo si doveva “guadare” da cui il termine “guadicciolo”; le tante fontanelle sparse per tutto il territorio comunale.


Sono così numerose, che nessun altro centro nei dintorni ne può vantare tante.Si trovano nella piazza principale, nel giardino della Madonna della Libera, nei quartieri vecchi di Aquino, lungo molte strade e perfino nelle contrade di campagna.

A completare questo quadro, c’è anche la grande fontana con vasca in piazza San Tommaso, realizzata per richiamare quella “delle naiadi” esistente fino al periodo della guerra che era composta da una grande vasca circolare con al centro quattro naiadi in bronzo da cui sgorgava l’acqua.


Anche con la recente costruzione del palazzo municipale si son volute ricordare le “acquae” di Aquino. al centro del vasto atrio, è stata realizzata una fontana quadrata con l’acqua che cade nella vasca rimbalzando da diversi ripiani con un leggero rumore dell’acqua che scroscia e che si avverte per tutto l’atrio, soprattutto nei momenti in cui tutto attorno regna….. il silenzio….