“Per ricordare nei dettagli la visita di Papa Paolo VI ad Aquino il 14 settembre 1974, si riportano qui di seguito gli articoli di Tonino Grincia pubblicati su “ La Voce di Aquino”, il periodico nato per accompagnare gli eventi legati al VII centenario della morte di San Tommaso.
Il giornale terminò le pubblicazioni nel 1975”

La cronaca della visita del Papa Paolo VI

“ Sui passi di Tommaso”
di
Tonino Grincia

 

Le due ore che caratterizzeranno per sempre la già lunga storia di Aquino, hanno avuto inizio alle ore 18,06 di sabato 14 settembre 1974, all’aeroporto militare di Aquino quando l’elicottero che portava a bordo il Vicario di Cristo ha toccato terra tra un fragore di motori misti agli applausi e alle grida di evviva.
In quel momento si avverava il sogno di tutti i concittadini di San Tommaso che vedevano in modo così alte premiate le fatiche di anni. In quello stesso momento anche se per brevissimo tempo, Aquino diventava il centro della Chiesa Universale, perché “ Dove è Pietro, li è la Chiesa”.
E Paolo il suo Successore, è subito apparso nel piccolo portello dell’aeromezzo a quei fedeli che hanno voluto salutarlo subito, “ discendenti e concittadini di un così grande Uomo, un santo, una delle figure più grandi dell’Umanità” e ha percorso la stessa identica strada, quella via Latina che la tradizione vuole sia stata percorsa dal primo Apostolo in viaggio verso Roma. Questa strada percorsa da San Benedetto in viaggio verso quel vicino monte che sarebbe poi diventato per lungo tempo il più grande faro di civiltà, e lo stesso Dottore Angelico nei suoi numerosi spostamenti, e altri Papi e imperatori, e chiunque si recasse nella città eterna nei secoli passati. Dopo aver proteso dall’alto lo sguardo verso queste nostre antiche terre, oggi campi “ che sono giardino di bellezza, di prosperità e di fecondità”, è passato per quelle  “ vie belle, pulite, moderne”, in quella grande piazza circondato dall’affetto e dalla gioia irripetibile di migliaia e migliaia di figli, uniti a Lui dall’amore per la Chiesa e per quel Suo e nostro Concittadino così grande, la cui santità e sapienza fa sì che il nostro nome “ vola per gli spazi e per il tempo ”.
Quell’affetto e quell’amore così sentito, così vero, così genuino come ancora sa essere quello delle nostre genti che ha fatto esclamare quasi con voce triste a Colui che si trovava ad Aquino come a casa sua perché amato da questi suoi fedeli umili figli ciociari: “ Volevo avere tanto tempo disponibile ..ah ma come diventiamo esagerati e paradossali nei nostri desideri; ma sono desideri del cuore, di parlare con ciascuno di voi  e dire a ciascuno di voi l’affetto, la mia ammirazione e la stima che ho per voi, per ciascuno di voi e per tutta questa popolazione ”.
E anche quando leggeva, continuamente interrompeva per essere ancora più vicino ai suoi figli: “ Ma le famiglie ho visto, i bambini. Quanti! Quanti! E a tutti vorrei davvero fare una carezza e a tutti dare una benedizione ”!
E ancora “ Sappiate che questo minuto che io passo con voi per me è preziosissimo, perché mi mette nel cuore una tale abbondanza di sentimenti, tale visione, direi tale coscienza del mio Ministero che vorrei davvero essere capace di fare quello che ha fatto Gesù: moltiplicare le sue grazie, quando si trovava in mezzo alla folla. Che il Signore vi benedica!”.
E più avanti: “ Stamattina ho ricevuto un numeroso gruppo di giovani studenti premiati per il Concorso Veritas…Sapete, io speravo, io speravo: Chissà che non ci sia uno di Aquino? Non so perché non abbiamo potuto fare questa verifica; ma se il Signore ci da la vita, che almeno per l’anno venturo uno, o due, dieci, cento dei vostri figlioli vengono a dire: Sì, ad Aquino si ama lo studio della religione! Sarebbe tanto bello questo!”.
E in un momento, Paolo ha cancellato le brutture della guerra, il fragore omicida di migliaia di tonnellate di bombe che trent’anni fa cadevano spazzando via tutto, proprio su quello stesso aeroporto dove Egli aveva messo piede: Lui, uomo della pace Universale si sovrapponeva e spazzava via l’immagine di tanta distruzione ancora viva negli occhi dei nostri genitori e di quei ragazzi oggi già anziani, che vivevano entrambi i momenti: ieri con le lacrime di dolore e di paura, oggi con lacrime di gioia e di commozione per quella immagine così fuggitiva ma ormai così indelebile.
E quasi a testimonianza del prevalere delle forze del bene su quelle del male, l’imponente mole dell’abbazia di Montecassino guardava da li vicino lo svolgersi di quell’eccezionale evento che anche essa aveva vissuto, come anche aveva vissuto quello tragico della distruzione e certamente si sentiva ancora una volta accuminata alla nostra città con cui aveva condiviso nel corso dei secoli tanti eventi memorabili.
Ed egli, Paolo, rappresentante di Dio sulla terra attraversando le nostre contrade ha osservando tutto, ha visto la rinascita dopo la morte, ha visto finalmente il prevalere del Bene, tanto da farlo rimanere “ meravigliato e felice di vedere smaltata la pianura di case nuove, di abitazioni nuove, tutto nuovo! ” e da fargli manifestare ancora il giorno dopo  la felice e commovente impressione delle nuove, innumerevoli costruzioni, e case e stabilimenti, scuole e chiese, campi di coltivazione agricola belli come giardini….. il volto civile sotto lo sguardo di Montecassino mai così segnato dall’ordine, dal lavoro, dalla prosperità di quest’umile “  Italia virgiliana ”.
E gli occhi di tutti i fedeli, anche quelli poco vicini alla chiesa, calamitati sul quel palco nella loro piazza, quel giorno così irriconoscibili agli occhi familiari perché così elevata in alto, attratti da quelle parole non false, non vuote, parole che dicevano tutto l’amore di padre che il quel momento Egli sentiva per noi, cittadini di Aquino in cui pensava di arrivar “ quasi sconosciuto ”, cittadini che gli hanno dato la sorpresa di “ avere  questa immediata visione di una popolazione così numerosa, così accogliente e così buona”.
E gli Aquinati avevano risposto già prima, senza suggerimenti, da soli; e hanno tirato fuori le cose più belle che avevano, e hanno addobbato vie e finestre e balconi e terrazze, senza fasto, ma con loro sentimento di popolo schietto e religioso, e per giorni e giorni si son dati da fare e hanno colorato , imbandierato, coperto qualche qualche bruttura ancora esistente, perché al padre si mostra il meglio che si ha, al Padre ogni figlio vuol presentare con orgoglio le proprie realizzazioni, il proprio lavoro, la propria riuscita.
E certamente avranno goduto di tanta intima soddisfazione quando egli ha detto: “ e poi ho saputo che voi siete una città industriale ( mi hanno mostrato nientemeno che una macchina di vostra produzione), siete nel grande giro della civiltà moderna che si trasforma, e mi raccomando, senza lasciare i vostri campi!”.
E poi le strade attraversate che risuonavano di evviva; inquadravano mani che si protendevano, inquadravano quella figura sommersa da una immensa nuvola di centinaia di migliaia di bigliettini osannanti misti a petali di fiori; e striscioni, tanti! e con le scritte più belle “Santità ti ringraziamo ”, “ Tu ES Petrus ”, “ Ogni uomo è mio fratello ”, “ Lunga vita al Santo Padre ”, “Padre Santo, Ti vogliamo bene ”, “ Grazie ”.
Un grazie ripetuto a gran voce da tutti quando Papa Paolo ha lasciato la nostra città in un accalcarsi convulso di chi voleva toccarlo o vederlo ancora una volta mentre col sorriso sul volto lasciava Aquino dopo aver celebrato e onorato il più grande figlio di questa terra diventata  “troppo celebre” per averlo visto nascere.
E in quel momento anche il sole, che fino ad allora aveva illuminato la scena, si ritirava lasciando che le prime ombre di una sera così limpida scendessero sul teatro di tanto avvenimento e su quelli che avevano vissuto perché già da quel momento incominciava il ricordo e il racconto destinato a diventare storia di un popolo.

LA CRONACA  DELLA VISITA

            Il sommo Pontefice Paolo VI, come abbiamo accennato, è giunto poco dopo le 18 di sabato 14 settembre all’aeroporto militare di Aquino distante dal centro della città circa due chilometri.
Appena le eliche del velivolo si sono fermate, è stato subito aperto il portello e ne è sceso Paolo VI, primo pontefice a rimettere piede sulla terra aquinate dal 21 maggio 1727 quando Benedetto XIII vi si fermò e vi celebrò la messa.
Si sono quindi fatti incontro al Santo Padre per rendergli omaggio e per manifestargli la gioia della gente di Aquino e di tutta la provincia di Frosinone, il vescovo della diocesi mons. Minchiatti e il parroco della città mons. Colafrancesco; il presidente dell’amministrazione provinciale Gargano, il sen. Gonella, il Prefetto La Corte, il sindaci di Aquino Mazzaroppi, il comandante dell’aeroporto Bavassano. Era inoltre presente una grande folla convenuta lì da molte ore.
Il Papa si è brevemente intrattenuto con le autorità e quindi ha preso posto sulla Mercedes scoperta targata S.C.V, 1 che lentissimamente, tra le due ali di folla festante si è avviata verso il centro accompagnata da una scorta della polizia stradale e seguita dalle altre auto del corteo.
L’auto del Papa è così passata per un tratto di quella che era l’antichissima via Latina e che congiungeva in epoca remota Roma con Aquino e quindi Cassino e Capua.
Si è quindi immessa nella via Marconi, in viale Matteotti e in via Libertà, con il Pontefice sempre in piedi a rispondere con il suo noto abbraccio alle entusiastiche acclamazioni di migliaia e migliaia di persone stipate dietro le transenne, in queste vie dove la festa e la gioia erano palpabili; vie addobbate, con centinaia di bandiere pontificie e italiane, decine di striscioni di benvenuto, centinaia e centinaia di manifesti di “ Viva il Papa ”e una vera pioggia di manifestini che cadevano dall’alto e che in breve tempo hanno ricoperto la macchina pontificia.

L’ARRIVO IN PIAZZA SAN TOMMASO

            Le ovazioni si sono fatte più accese nell’ultimo tratto di via libertà e in Piazza San Tommaso, dove un vero boato di grida di evviva e lo sventolio di migliaia di fazzoletti hanno salutato l’ingresso del santo Padre.
L’auto papale è salita quindi sul sagrato della Cattedrale e si è fermata davanti all’ingresso. Qui Paolo VI è sceso ed è entrato all’interno, accompagnato dal vescovo e dall’arciprete. Si è trattenuto in preghiera davanti all’altare del Santissimo Sacramento ed ha visitato il Tempio ammirando le opere d’arte erettevi durante l’anno in onore di San Tommaso.

LA CONSEGNA DELLE CHIAVI DELLA CITTÀ

            All’uscita il sindaco di Aquino gli ha offerto le chiavi della città, una grande chiave d’argento finemente cesellata, e gli ha rivolto un breve indirizzo di saluto a cui il Papa ha risposto con calde parole di affetto per la nostra città.
Paolo VI ha poi passato “ in rassegna ” i doni che gli sono stati offerti scambiando qualche parola con i “ donatori ”. Al momento di ricevere la collezione rilegata di questo giornale, egli ha affermato: “ È il dono più prezioso e più bello”.
Poco dopo è salito sul palco approntato davanti al monumento a san Tommaso e ha ripetutamente salutato l’immensa folla che gremiva la grande piazza, su cui spiccavano decine di cartelli con i luoghi di provenienza: Esperia, Pico, Frosinone, Campoli, Sora, Pontecorvo, Piedimonte, Arce.

LA PARALITURGIA

            Ha avuto quindi inizio la “ Liturgia della Parola ”: canti, preghiere, invocazioni a San Tommaso “ modello sublime di santità e di dottrina ” le letture sono state lette dal presidente dell’a.c. Claudio Basile.
C’è stato quindi il discorso del Santo Padre che riportiamo in altra parte. Qui possiamo dire che è stato un discorso recepito da tutti oltre ogni aspettativa, semplice, piano, affettuoso.
Sono seguite ancora preghiere, canti, invocazioni a Dio “per intercessione di San Tommaso”; la recita corale del “Padre Nostro” e infine la benedizione del Papa accolta da tutta l’assemblea con fede viva.
Ha chiuso la liturgia il canto del “Cristus Vincit”.
Sono poi saliti sul palco il nostro Vescovo e il nostro parroco A. mons. Minchiatti, Paolo VI ha offerto un calice; a mons. Colafrancesco una piccola targa raffigurante l’Ultima Cena, e per la Cattedrale una magnifica pisside e un calice, entrambi in argento dorato, e un’offerta in denaro per i più poveri “se ve ne sono in una città ormai industrializzata” ha detto Paolo VI.
Al termine ha ancora lungamente salutato con ampi gesti delle braccia la folla assiepata in piazza e sui terrazzi e i balconi circostanti.

 

AMMIRAZIONE PER IL MONUMENTO

            Disceso dal palco, gli sono state presentate, tutte le autorità presenti tra cui molti vescovi e molti sindaci, e lo scultore Biancini, con cui ha sceso le scale che portavano al monumento e l’ha osservato a lungo e a lungo si è complimentato con l’autore e con quelli che hanno voluto l’opera. Poi ha posato davanti alla statua per una foto ricordo davanti a decine di fotografi che riprendevano l’avvenimento.

 

IL CALOROSO COMMIATO

            Il tempo scorreva ormai inesorabile; un ultimo saluto, un ultimo ringraziamento ed è risalito sulla macchina circondata da ogni parte da gente che si accalcava sempre più.
Infine le forze dell’ordine sono riuscite a far spazio e l’auto è ripartita, lentissima come prima.
Il corteo papale lasciava la piazza verso le 19.30, ha percorso via Roma raggiungendo la Casilina, da dove è salito su a Castrocielo dove il Papa ha benedetto un gruppo di malati che lo attendevano; a Caprile e quindi a Roccasecca dove ha salutato alcuni minuti ricevuto dal sindaco e dai sacerdoti.
Ha quindi raggiunto il casello autostradale di Pontecorvo dove era ad attenderlo anche qui una numerosa folla e dove è stato nuovamente salutato dalle autorità della provincia.
Alle 20.20 circa, l’auto papale ha imboccato l’autostrada del Sole da dove ha raggiunto la residenza pontificia in Castelgandolfo. In quel momento si chiudeva una giornata, bagaglio perenne di ognuno di noi nel corso della vita.

 

I DONI

            All’uscita della Cattedrale, c’è stata la consegna dei doni a Sua Santità. Un crocifisso di Biancini offerto dal Vescovo. Ragazzi della parrocchia e i bambini in costume ciociaro hanno offerto un agnellino e frutti tipici della terra aquinate, quali un cesto d’uva, una botticella di vino, una “conca” di rame con grano e fiori di campo. Quindi un dipinto rappresentante San Tommaso e i “suoi” luoghi del pittore sorano Solimena dono dei Capitoli delle tre Cattedrali. Due dipinti e una piccola scultura degli aquinati Della Torre, Ruggeri e Pelagalli; una grande targa in bronzo raffigurante l’Aquinate dell’ E. P. T. di Frosinone consegnata dall’autore, lo scultore di Anagni Tommaso Gismondi; un volume rilegato in pelle bianca con  tutti i numeri de “La Voce di Aquino” una grande anfora di ceramica del ceramista di Pontecorvo Coccarelli; un esemplare della FIAT 126 prodotta nel vicino stabilimento di Piedimonte, consegnata dal direttore dello stabilimento ing. Silvano Valentino e dall’addetto alle pubbliche relazioni dott. Mantovani. All’ing. Valentino il Papa ha detto: “Porti la mia benedizione e il mio saluto agli operai della FIAT”. A rappresentare le maestranze della grande fabbrica l’operaio Rocco Massaro.
In precedenza al Sommo Pontefice erano state offerte le Chiavi della città di Aquino, dal sindaco della città che gli aveva anche rivolto un breve discorso:
“Beatissimo Padre, a nome della città di Aquino, da secoli profondamente devota a San Tommaso e particolarmente giubilante per questo straordinario memorabile incontro, offro a Vostra Santità le chiavi delle sue antiche porte romane in segno di profonda devozione e commossa gratitudine al Vicario di Cristo che con la sua augusta presenza rende omaggio alla maestosa grandezza e santità dell’Aquinate, onere e vanto della Ciociaria, dell’Italia e del mondo intero”.
Il Santo Padre ha risposto con bellissime parole di ringraziamento.
A tutti infine ha donato medaglie e ricordi del suo Pontificato.

 

L’ELICOTTERO PAPALE

            L’elicottero che ha trasportato il Papa da Castelgandolfo a Fossanova e quindi ad Aquino, è partito dalla villa pontificia alle 16.00 di sabato 14 settembre ed è giunto ad Aquino alle 18.06 dopo la tappa all’abbazia di Fossanova.
Il velivolo, un AB 204 dell’aeronautica militare italiana, del 31° stormo di Pratica di Mare, e denominato “Tango uno” era guidato dal colonnello Chiocchino e dal maggiore Paganelli.
All’interno del velivolo, erano insieme al Santo Padre, il suo segretario particolare mons. Pasquale Macchi, l’archiatra pontificio prof. Mario Fontana, l’aiutante di camera cav. Franco Grezzi.
Il primo ad avvicinarsi all’elicottero appena questo ha toccato terra all’aeroporto di Aquino, è stato il tenente Giannitelli che ha aperto il portello dell’aeromezzo.
Si è fatto quindi avanti il comandante dell’aeroporto di Frosinone col. Bassano che ha dato a Paolo VI il primo benvenuto sul territorio di Aquino.
Quindi sono state presentate al Sommo Pontefice le autorità convenute a riceverlo: il vescovo mons. Minchiatti, l’arciprete-parroco di Aquino mons. Colafrancesco, il presidente della provincia di Frosinone comm. Gargano, il prefetto La Corte, il sindaco di Aquino cav. Mazzaroppi il sen. Gonella.
In precedenza era giunto un altro elicottero con a bordo il seguito del Santo Padre: mons. Martin, Prefetto del palazzo apostolico; i cerimonieri pontifici mons. Noè e mons. Gemmiti, mons. Taccoli, il comm. Giovannini capo del cerimoniale vaticano.
Prestavano servizio avieri dell’aeroporto di Frosinone.

 


Il giornale "LA VOCE DI AQUINO" dedicato alla visita di papa Paolo VI...

 


...le pagine di apertura della voce di Aquino sulla visita di papa Paolo VI ad Aquino nel 1974

 


Alcune pagine del periodico La Voce di Aquino del servizio giornalistico sulla visita di Paolo VI ad Aquino. ...

 


Le pagine centrali del giornale La Voce di Aquino che pubblica in maniera integrale il discorso del papa Paolo VI su san Tommaso...

 


Alcune pagine della Voce di Aquino che riportano le informazioni degli altri giornali sulla visita del Papa ad Aquino. ..

 


Un anno dopo, nel settembre 1975, Tonino Grincia sull'Osservatore Romano...ricorda la visita di Papa paolo VI ad Aquino. ..

 


Anche sul quotidiano Il Tempo, Tonino Grincia un anno dopo ricorda la vusita di Paolo VI ad Aquino. .

 


...nel 1975, Sull'Osservatore Romano, Tonino Grincia ricorda gli eventi che hanno caratterizzato il ricordo di San Tommaso nel VII Centenario della morte avvenuta nel 1274....

 

DISCORSO DI PAPA PAOLO VI

DISCORSO PRONUNCIATO IN PIAZZA SAN TOMMASO DA PAPA PAOLO VI

IL 14 SETTEMBRE 1974

"............... Questa città è troppo celebre perché noi potessimo trascurare di farvi almeno una breve sosta per onorarla............."

Io vorrei avere non un minuto, ma un’ora per parlare a voi perché arrivo in un mondo di meraviglie; e la prima meraviglia siete voi che mi accogliete così.

Pensavo di arrivare ad Aquino quasi sconosciuto, di passare come un pellegrino fuggitivo e di non incontrare nessuno, salvo il Vescovo e i sacerdoti che assistono questa Basilica. Invece ho la sorpresa di avere questa immediata visione di una popolazione così numerosa, così buona e così accogliente. E’ stata la prima e più grande sorpresa e quello che mi colma di felicità per questa vostra accoglienza.

E poi ho saputo che voi siete una città ormai industriale (mi hanno mostrato una macchina di vostra produzione), siete già nel grande giro della civiltà moderna che si trasforma e, vi raccomando, senza lasciare i vostri campi, che sono giardino di bellezza, di prosperità e di fecondità, sapete aggiungere a questo lavoro l’altra fatica, la fatica moderna dell’industria.

Mi congratulo con voi con quanti hanno merito di questo sviluppo. E poi io, che ricordo che cosa è passato di qua, Montecassino, con la guerra e dopo la guerra e quanto è stato lavorato per rifare tutto il panorama delle vostre abitazioni, sono stato meravigliato e felice di vedere smaltata la pianura di case nuove, di abitazioni nuove; tutto è nuovo!

Ho visto le vostre vie di questa cittadina belle, pulite, moderne. Non avete niente da invidiare a una città del Nord, dove sono più avanzati nella cura delle cose di questo mondo.

Mi compiaccio tanto e vorrei dare un pensiero anche a quelli che hanno lavorato perché la vostra vita avesse questo quadro e avesse questo modo di esprimersi e rinnovarsi.

Io ho conosciuto chi ha lavorato e chi ha promosso questo lavoro, ma non sapevo che gli effetti fossero così considerevoli e così degni di plauso, di speranza e di augurio per il vostro avvenire.

Dicevo: volevo avere tanto tempo disponibile…, ah! Ma come diventiamo esagerati e paradossali nei nostri desideri, ma sono i desideri del cuore, di parlare con ciascuno di voi, di dire a ciascuno di voi una parola, di dire a ciascuno di voi l’affetto e la mia ammirazione e la stima che abbiamo per voi, per ciascuno di voi e per tutta questa popolazione.

Quanti sacerdoti ho veduto e quanti Vescovi sono qui presenti, che hanno voluto onorare questa mia venuta con la loro presenza; quanti sindaci! Le popolazioni sono presenti anche loro nella loro espressione civile, organizzativa e anch’essa popolare. Che siano tutti benedetti, i pastori delle anime e anche gli amministratori delle città, dei villaggi e delle cose di questo mondo! Siate tutti benedetti!

Ma le famiglie ho visto, i bambini, quanti, quanti, e a tutti vorrei davvero fare una carezza, e a tutti dare una benedizione!

Sappiate che questo minuto che io passo con voi per me è preziosissimo, perché mi mette nel cuore una tale abbondanza di sentimenti, tale visione, direi tale coscienza del mio ministero, che vorrei davvero essere capace di fare quello che ha fatto Gesù: moltiplicare le sue grazie, quando si trovava in mezzo alla folla. Che il Signore vi benedica!

 

 

Questa città è troppo celebre perché noi potessimo trascurare di farvi almeno una breve sosta per onorarla e per incontrare nella sua sede il Vescovo, i Sacerdoti, i Fedeli, e anche le Autorità civili di Aquino. Abbiamo visitato con grande venerazione Fossanova, dove è morto San Tommaso; adesso visitiamo con non minore devozione la Città che a San Tommaso dà il suo titolo; e siamo lieti di potere condividere con voi oggi un momento di preghiera per venerare la sua memoria e per implorare la sua intercessione.

E a voi, abitanti di Aquino, che cosa diremo? Superfluo certamente raccomandare a voi d’essere sempre lieti e fieri d’essere i discendenti e i concittadini di un così grande Uomo, un Santo, un Dottore della Chiesa, che ne ha illustrato la dottrina come forse nessun altro nella sua storia è riuscito a fare. Grande gloria per voi, grande fortuna! Lasciate che noi vi auguriamo, anzi vi raccomandiamo d’esserne degni!

E come può una popolazione come la vostra, dopo sette secoli dalla morte di San Tommaso, e assorbita in un contesto storico e sociale ben differente da quello in cui visse ed operò quel Santo, essere in qualche modo nella linea della sua tradizione? Voi non pretendete di gareggiare con la sua sapienza e nemmeno di mettervi sulla traccia della sua vocazione, sia religiosa, che intellettuale.

Nessuno può pretendere d’essere al fianco d’un tale Maestro! Ma tutti, quanti siamo figli fedeli della Chiesa, possiamo e dobbiamo, almeno in qualche misura, essere suoi discepoli! E questo faremo se daremo alla nostra istruzione e formazione religiosa l’importanza ch’essa merita di avere. Dove, se non ad Aquino, lo studio della nostra religione, anche nella forma elementare, ma necessaria e sapiente, deve essere tenuto in onore, e deve essere compiuto da tutti con particolare impegno? Ecco allora la lezione che ancora viene a noi dal vostro Santo Maestro, Tommaso d’Aquino: procuriamo di dare studio assiduo ed amoroso alla Dottrina cristiana, quella che vi è insegnata dal vostro Vescovo, dal vostro Parroco, dai vostri Sacerdoti e Maestri e Maestre di Religione, sia in Chiesa e sia nelle Scuole. Noi abbiamo ricevuto, proprio questa mattina, in Udienza un numeroso gruppo di giovani Studenti, provenienti da tante parti d’Italia, come vincitori del Concorso «Veritas», cioè di quel libero Concorso di Giovani che si sono dedicati in modo speciale allo studio della Religione; non sappiamo se fra essi vi era qualche Studente proveniente da Aquino; sarebbe stato molto bello!

Perciò noi ci permettiamo di insistere in questa nostra raccomandazione: se siete veramente consapevoli dell’onore d’appartenere ad Aquino, che dà il nome al più grande Teologo delle nostre Scuole, non solo medioevali, ma anche moderne, cercate d’essere diligenti ed impegnati nello studio regolare perseverante della Religione.

Questa nostra raccomandazione noi la rivolgiamo specialmente a quegli Studenti che hanno scelto per vocazione la vita ecclesiastica o religiosa: onorate San Tommaso con lo studio del suo pensiero!

 La Chiesa, pur ammettendo come legittimo e doveroso la conoscenza delle nuove e varie forme della cultura religiosa, non ha cessato di rinnovare, anche nel recente Concilio, uno studio preferenziale delle Opere di San Tommaso. Egli è tale Maestro da essere considerato ancor oggi attuale e, nella diffusione di tante opinioni false o discutibili, come provvidenziale! Vada questa nostra esortazione ai nostri Seminari, alle nostre Case Religiose, alle nostre stesse Università!

Ed allora la nostra voce, da Aquino, si rivolge anche ai Maestri di Filosofia e di Teologia, che nella Chiesa di Cristo compiono la grande missione di trasmettere la Dottrina genuina della Chiesa.

Noi guardiamo a loro con grande fiducia, con grande speranza! Noi li preghiamo, in nome di Cristo, d’essere fedeli al magistero che Cristo ha affidato alla sua Chiesa, d’essere come San Tommaso appassionati della Verità religiosa nella sua autentica espressione; e vada ad essi, in questa circostanza e da questo luogo benedetto, la nostra paterna esortazione, la nostra incoraggiante riconoscenza, la nostra Apostolica Benedizione!