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INAUGURAZIONE DEL PARCO DEL VALLONE D'AQUINO

7 aprile 2001

Inaugurazione parco

 


L'invito del Sindaco di Aquino Grincia, per l'inaugurazione del parco archeologico e naturalistico del vallone d'Aquino, il 7 aprile del 2001.

 


L'interno dell'invito che il sindaco di Aquino Grincia ha rivolto ai cittadini per invitarli a partecipare all'inaugurazione del parco del vallone d'Aquino, dopo tre anni di lavoro occorrenti per la sua realizzazione.

 

Dopo quasi quattro anni di lavoro, il 7 di aprile del 2001 è stato inaugurato il parco storico-naturalistico del “Vallone d’Aquino”. Il parco è stato realizzato nella vasta area al di sotto del Castello di san Tommaso e del borgo medievale.
In questa occasione, a conclusione dell’ultima grande opera di valorizzazione storico-ambientale concluse nell’anno 2000, il sindaco Antonino Grincia ha rivolto ai presenti il seguente discorso:


Il sindaco di Aquino Grincia, taglia il nastro di inaugurazione del grande spazio verde del primo parco della città, il "vallone d'Aquino", popolarmente chiamato.."Pentime".

 

     Carissimi concittadini, cari amici,
è con grande soddisfazione unita ad una grande gioia per l’obiettivo raggiunto, che oggi ufficialmente consegno quest’area della nostra Città così bella, così piena di memorie, un’area che racchiude tanta parte della storia della nostra gente.
Vi consegno altresì un’opera che costituisce una delle principali riqualificazioni urbanistiche che questa Amministrazione ha realizzato. Riqualificazione ambientale, storica e architettonica di un punto della Città, visto nel corso degli anni da milioni di persone  che sono transitate e transitano su questa grande linea di comunicazione che è l’autostrada del Sole.
Un’area che non meritava di restare nel degrado e nell’abbandono in cui da tanti anni era caduta.
Per chi non conosceva prima questo luogo, l’intervento potrebbe non sembrare così incisivo e forte, come in effetti è stato e che è durato quasi tre anni.
Ma chi, come noi, ricorda lo stato di questo luogo fino a poco tempo fa, con montagne di materiale di risulta, masse di vegetazioni infestanti, non può oggi non sentirsi contento del risultato raggiunto, nel vedere compiuta un’opera di risanamento che non ha voluto stravolgere o cambiare la conformazione naturale dei piani e i vari interventi che i nostri antenati vi hanno operato e dare invece la massima visibilità agli elementi principali e qualificanti che caratterizzano e rendono così spettacolare questo luogo.
Queste alte pareti rocciose, la grande torre, i resti del Castello dei Conti di Aquino, la cascata del mulino, uno dei tratti più suggestivi delle antiche “forme d’Aquino”, il nostro piccolo fiume che nascendo da Capodacqua di Castrocielo scorre al centro della nostra vallata per poi immettersi nel Garigliano, il lavatoio, che posto nel punto di accesso al parco, come altri lavatoi di Aquino ha visto per secoli la fatica quotidiana di tante nostre madri: tutti questi sono i punti qualificanti del luogo in cui ci troviamo.
Un luogo perciò, che racchiude in sé tutta la storia della nostra Città, ma anche di altre Città nostre vicine, che da qui hanno avuto origine per essere state fondate dalla potente famiglia che qui sopra aveva edificato la sua prima residenza e che sarebbe diventata tanto famosa, anche se non per merito della sua potenza, ma per la grandezza intellettuale e spirituale di un suo discendente, cioè il sommo Tommaso d’Aquino.
Ecco perché un luogo che racchiude tanta storia, non poteva non tornare a rivivere nella maniera più degna possibile.
Per questo l’abbiamo voluto definire parco storico-naturalistico, in cui l’elemento dell’acqua, da cui trae origine il nome stesso della nostra Città, è, come ho detto prima, caratterizzata e valorizzante.
Un luogo questo che costituisce una sintesi del nostro passato ma anche del nostro presente; del passato importante che ha lasciato tracce architettoniche considerevoli; della storia più minuta, quella della gente con le sue piccole storie di tutti i giorni, ma anche con le grandi tragedie di momenti drammatici della sua vita.
Basti ricordare quello dell’ultima guerra che qui ha lasciato tracce incancellabili e che ha per sempre cambiato il volto del nostro centro urbano in cui per secoli gli aquinati avevano vissuto.
Proprio qui infatti, ci furono le maggiori distruzioni; qui in alto, lungo il ciglio della parete rocciosa, c’era una lunga ed ininterrotta fila di case e di palazzi che ora non ci sono più; proprio alle mie spalle, sopra quegli archi che sono l’unica ma eloquente testimonianza, svettava la mole della Cattedrale di Aquino che, mortalmente ferita dai bombardamenti, in seguito fu completamente buttata giù; proprio qui di fianco, ci sono i semplici resti delle tante grotte che in quel tragico periodo costituirono l’unico rifugio per quanti non vollero abbandonare il loro paese.
E qui dopo, in queste case, un tempo numerosissime, e poi in gran parte disastrate tornarono poi piano piano a vivere, per poi abbandonarle definitivamente per cominciare a ricostruirsi un nuovo focolare in altre zone del paese, e poi fino all’avvento della storia più recente, con l’impatto deflagrante del passaggio dell’Autostrada del Sole che contribuì non poco ad allontanare buona parte degli ultimi residenti da questi luoghi già abitati da lontanissimi avi, quella povera gente che già nel primo periodo romano era sparsa su queste rocce in misere capanne, quando schivi e servi lavoravano all’estrazione ed al taglio della pietra delle cave costituite da questi alti costoni, e successivamente, in maniera stabile quando, dopo la distruzione della Città Romana, fu spostato il centro abitato su questo sperone di roccia dominato dalla grande torre di guardia e qui nacque il grande castello fortificato circondato da laghi in cui, come si è detto, ebbe origine la dinastia dei Conti di Aquino; famiglia potente che avrebbe poi esteso i suoi domini su un territorio molto vasto, e fondato castelli non solo in queste immediate vicinanze, ma anche in luoghi molto distanti.
Ecco, in breve sintesi, il motivo per cui questo luogo è come un libro di storia, un libro che si sfoglia semplicemente guardandosi attorno; per questo era necessario recuperarlo e salvaguardarlo per salvaguardare la nostra storia e la nostra memoria, come atto dovuto ai nostri padri antichi e recenti e, ma anche ai loro figli di oggi.
Nello stesso tempo però, abbiamo anche voluto valorizzare un luogo, che per tutti i motivi citati, ha anche un grande rilievo spettacolare ed ambientale ed è sicuramente l’immagine più conosciuta della nostra Città.
Oggi, anche tanti nostri concittadini che non l’avevano considerato sotto questo aspetto, cominciano a guardarlo con occhi diversi ed a capire l’importanza di questo nostro patrimonio.
In ultimo, cosa certamente più importante, abbiamo voluto che questo nostro luogo, così ricco di suggestioni, non fosse un spazio del passato, uno spazio morto, ma un punto della nostra Città, vivo e vissuto da tutti, bambini, giovani e anziani perché tutti godessero delle nostre attrattive, delle sue potenzialità, e perché, in qualche modo, anche la memoria rimanesse viva.
Per questo, per voi cittadini, ma anche per gli altri, abbiamo creato un parco che fosse adatto a tutti; ai bambini per i loro giochi, ai giovani per la loro esuberanza, ai meno giovani per il loro riposo ed anche agli studiosi per loro ricerche; e quelli poi che visitano la nostra città che avrebbero trovato un luogo sicuramente attraente.
Così è stato, ed il sogno che covavo da tanti anni, da quando ancora non ero un pubblico amministratore di restituire ai miei concittadini uno spazio che non poteva essere di tutti, si è realizzato per merito di tante volontà, ma soprattutto per la lungimiranza della mia Amministrazione.
Oggi la collettività si è arricchita di un bene che prima non aveva e che si va ad aggiungere alle tante altre iniziative che negli ultimi anni l’Amministrazione ha voluto per riqualificare i beni culturali della sua Città, ma soprattutto per restituire dignità alla sua memoria e per rendere merito a quanti ci hanno preceduto e che hanno cercato di trasmetterci quello che noi, a volte faticosamente, dobbiamo conservare per quelli che verranno dopo di noi.
Noi, con gli interventi sulla nostra antica Chiesa della Madonna della Libera, in questo antico borgo che ci sovrasta, con la creazione del Museo della Città, con altri interventi di più limitata dimensione, con quest’opera imponente e che viene a coronare tutto un progetto di rivalutazione e recupero delle nostre ricchezze culturali che comunque non è ancora concluso, con tutto questo, abbiamo cercato di farlo, sperando che questo impegno venga portato avanti anche da voi tutti.
Da soli, gli Amministratori possono ben poco se non c’è la partecipazione della gente; se tutti insieme non ci impegneremo a costruire le cose che abbiamo, tutto quello che abbiamo realizzato servirà a poco e durerà a poco.
Per questo tutti insieme dobbiamo sentirci coinvolti in questa grande opera di riscoperta e conoscenza della nostra Città, che ha un grande passato e ma ha sicuramente anche un grande futuro che tutti potremo vivere se solo saremo coscienti delle nostre potenzialità.
Intanto un ringraziamento a quanti hanno dato il loro contributo perché quest’opera potesse essere realizzata.


Un momento della festa per l'inaugurazione del parco del vallone d'Aquino, la cui realizzazione è stata fortemente voluta dal sindaco di Aquino Grincia.

 


Un aspetto del vallone d'Aquino la sera del 7 aprile 2001, subito dopo l'inaugurazione da parte del sindaco Antonino Grincia.
Il sindaco di Aquino, fin dall'inizio della sua amministrazione, nel 1990, ha caldeggiato la realizzazione di un parco pubblico nell'area del vallone di Aquino, o Pentime, luogo che riassume tutta la storia aquinate.

 

 


Un momento di una rievocazione storica nel parco del vallone d'Aquino: Dal tempo dell'inaugurazione, il sindaco di Aquino Grincia, ha voluto dare grande spazio alle rievocazioni storiche romane e medievali a cui il parco del vallone d'Aquino, fa da stupendo scenario.

 

 


Una delle tante feste che il sindaco di Aquino Grincia, ha voluto nel parco del vallone per meglio valorizzarlo.
Come si vede dalla foto, lo scenario del parco sotto il castello dei conti di Aquino, e prospiciente l'autostrada del sole, è  incantevole.

 


Una veduta d'insieme della gente, grandi e piccoli, che si rilassa e si diverte nel grande spazio del vallone d'Aquino.
L'auspicio del sindaco di Aquino Grincia, è stato sempre quello di far valorizzare al meglio il bellissimo parco di Aquino attraversato anche da uno storico corso d'acqua, "le forme d'Aquino". Nel saluto rivolto per l'inaugurazione del parco, il sindaco Grincia, ne ha tracciato anche la storia, descrivendone tutte le particolarità, storiche e archeologiche.

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