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60 ANNIVERSARIO DELLA DISTRUZIONE DI AQUINO
Il 19 luglio 2004 Aquino ha tenuto la sua commemorazione celebrativa del 60° anniversario della distruzione, cosa che hanno fatto anche in precedenza gli altri comuni del Cassinate distrutti dagli eventi bellici.
Nella stessa occasione è stata anche celebrata la concessione della medaglia d’argento al valor civile, già appuntata sul gonfalone comunale dal Presidente della Repubblica Ciampi a Cassino, il 15 marzo precedente alla cerimonia iniziatasi dal palazzo comunale, hanno partecipato i gonfaloni e i sindaci di molti comuni del cassinate, compresi i gonfaloni decorati con medaglia d’oro di Cassino, Mignano Montelungo, Esperia, Vallecorsa.
In questa occasione, su un grande palco appositamente allestito per tale cerimonia davanti al monumento a san Tommaso, il Sindaco di Aquino Grincia, ha pronunciato il seguente ricordo di quei fatti:
Al termine della cerimonia, sul far della sera, tutta la piazza San Tommaso è stata illuminata da centinaia di fiaccole poste sui balconi e sulle finestre che la circondano.
E' il pomeriggio del 19 luglio 2004. Il sindaco Antonino Grincia, in piazza san Tommaso, commemora i fatti del 1943-44...la distruzione di Aquino e poi la sua ricostruzione.
Signor Prefetto,
sig. presidente della Provincia, sig. presidente del Comitato della battaglia e sindaco della Città martire, autorità politiche, religiose, autorità militari, rappresentanti delle Associazioni dei caduti civili, militari e dei reduci
Signori Sindaci,
concittadini.
A voi tutti il mio saluto e il mio ringraziamento per la vostra presenza a questa manifestazione; manifestazione solenne per la presenza di tanti gloriosi gonfaloni e intima nello stesso tempo, per commemorare i fatti di 60 anni fa, ma ancor più che i fatti, per ricordare le donne e gli uomini che sono stati protagonisti e vittime, ma ne sono stati più spesso gli eroi spesso umili e silenziosi; uomini e donne protagonisti di quegli anni, e degli anni che sono seguiti, che sono stati ugualmente anni di sofferenze e di sacrifici, accompagnati però in questo caso, dalla consapevolezza che sacrifici e sofferenze sarebbero serviti a restituire loro, le loro città, le loro case, le loro chiese, i luoghi cari, e anche la loro dignità.
Commemorare,
significa richiamare alla memoria persone e fatti, riportarli alla memoria di chi li ha vissuti, perché in qualche modo sentano che ancora oggi c’è solidarietà e riconoscenza per quanto hanno vissuto, e anche di chi quei fatti non li ha vissuti direttamente perché sentano il dovere di attestare, e solidarietà e riconoscenza; perché ricordino oggi, ma anche in futuro, su quali basi sono stati edificati il nostro benessere, la nostra libertà, le tante conquiste di ordine sociale e tecnologico che si sono state raggiunte negli ultimi 60 anni. Tutti i paesi che questa sera sono qui rappresentati, e anche altri, hanno vissuto negli anni 43-44, ma anche dopo, una uguale storia;
tutti hanno gli stessi ricordi, tutti hanno vissuto la fatica degli anni della rinascita.
Non tutti sono tornati ad essere come erano prima, questo sarebbe stato impossibile; troppe cose erano cambiate, e non tutte hanno potuto seguire l’esempio di Montecassino del “dov’era e com’era”, compresa la stessa Cassino, ma tutti hanno ricostruito le loro Città per quanto materialmente fattibile, rimanendo fedeli a quanto loro trasmesso nel corso dei secoli.
Emblematico è il caso di questa Città; come si può vedere nell’immagine alle mie spalle, la Cattedrale distrutta, non è al posto di allora; non si poteva.
Ma come tutti sapete, e tutti potete vedere, essa è rinata, nuova, su altro sito, a pochissima distanza però, e proprio quest’anno ricorre il 50° della posa della prima pietra.
Tutto è rinato nei nostri paesi tenendo presente il lascito avuto, e di questo furono consapevoli e convinti anche i governanti di quell’epoca, che diedero indicazioni in tal senso.
Certo, nessuno aveva messo in preventivo solo poco tempo prima, che un giorno questi nostri paesi sarebbero stati rasi al suolo, tanto meno i loro abitanti che sicuramente non avevamo nemmeno presente il concetto di bombardamento; il caso volle che proprio osservando quello che successe qui ad Aquino la notte di questo 19 luglio del ’43, buona parte degli abitanti dei centri del cassinate cominciò a rendersi conto di quanto si preparava.
Proprio quella notte, fu bombardato il campo d’aviazione militare, e molti vedendolo, per la prima volta capirono cosa fosse un bombardamento e se ne resero drammaticamente conto nei mesi successivi quando la loro pacifica vita ne fu completamente sconvolta.
Città rase al suolo, migliaia di morti civili e militari, famiglie disperse, violenze di ogni tipo.
Il volto di tutti i centri del Cassinate interessati dalla linea di sbarramento tedesca sulla via per Roma, divenne irriconoscibile; divenne “un’altra cosa”; secoli di storia, anche di storia “minima”, vennero cancellati.
Oggi di tutto questo non vi è quasi più traccia; pochi ricordi “materiali” sono stati lasciati, anche se noi sappiamo, che ancor più delle epigrafi, servono a ricordare; ma si possono capire queste scelte, che vengono fatte quando le ferite sono ancora aperte e fanno male.
Allora si voleva togliere le macerie e ricostruire, e cancellare i brutti ricordi, e le tracce materiali erano un brutto ricordo. Allora la nostra gente diede prova di forza di volontà, di tenacia, di spirito di sacrificio; si lavorò duramente; si “ricostruì”, secondo una bella immagine reale e vera, ma anche fortemente simbolica.
Furono chiamati quelli successivi, gli anni della ricostruzione.
Tutto il tessuto urbano fu ripristinato e in più di un caso fu progettato ex novo.
Richiamo ancora il nome di Montecassino che è un po’ il simbolo di tutto questo e che già da molto tempo è tornata a svettare sulle nostre terre riacquisendo il ruolo di faro della civiltà che aveva sempre avuto.
Furono costruite per la prima volta anche le fabbriche; tanti conobbero per la prima volta un reddito vero, e questo cambiò e migliorò il tenore di vita di tante nostre famiglie.
Anche il lavoro dei campi riprese, con tecniche e strumenti nuovi che lo resero molto meno faticoso e più redditizio.
Le nostre città rinacquero più vivibili, e gradualmente, ma in maniera inarrestabile, cominciò a diffondersi un benessere che i progenitori non avevano mai conosciuto.
Molti, tanti hanno partecipato alla realizzazione di tutto questo; molti non ne hanno goduto i frutti, lasciando questo privilegio alle generazioni successive.
Io, penso, che al di là del “monito”, che ogni giornoe in ogni momento ci viene impartito da tutti gli atti di violenza e di sopraffazione di cui siamo continuamente testimoni e spettatori, al di là del monito, queste celebrazioni che si sono snodate nel corso degli ultimi mesi, rappresentano un atto di riconoscenza e di omaggio dovuti, tanto più oggi, perché, eventi come questi di 60 anni fa, allontanandosi nel tempo, si allontanano anche dalla memoria singola e collettiva, e la memoria deve anch’essa essere sollecitata e curata.
E la memoria indica, oltre ai tanti miei concittadini che sono stati parte attiva nella ricostruzione, le Istituzioni della mia Città; gli amministratori e i miei predecessori sindaci che si sono succeduti in questo lungo periodo e che con la loro opera hanno dato un impulso decisivo alla sua rinascita materiale e sociale; ai parroci, che non solo hanno affiancato in quest’opera le istituzioni civili, ma molte volte hanno lavorato anche autonomamente per risollevare la gente fiaccata da tante difficoltà.
E la memoria,
indica soprattutto i nostri concittadini caduti combattendo, al cui ricordo consegneremo tra poco un attestato al valore; e ai nostri concittadini caduti per causa della guerra in quei mesi e nei mesi successivi e a cui faremo lo stesso omaggio nella prossima ricorrenza del 4 Novembre, a dimostrazione del fatto che non vi sono distinzioni e differenze tra caduti civili e caduti militari.
La memoria indica tutti gli uomini e le donne che hanno sofferto e sperato, ma sono scomparsi prima di veder rinascere la loro città; quanti l’hanno vista solo nella loro immaginazione e se ne sono andati senza ben capire cosa ne sarebbe stato;
la memoria indica quelli, non troppo per fortuna che sono dovuti andare lontano e non sono più tornati.
Ecco, la memoria ricorda tutti questi nostri concittadini e li cita come esempio di sacrificio, di senso del dovere, di attaccamento alla propria città.
Alle loro vite lontane, il più delle volte umili e semplici, alle loro storie, è dedicata questa giornata della memoria che per la prima volta assume un carattere così particolare.
Secondo il credo cristiano, a cui gran parte di noi si richiama, il loro spirito ancora esiste, e a me piace immaginare che in qualche modo, in questa occasione, siano presenti in mezzo a noi.
A tutti, e non è la prima volta che lo faccio, chiedo di rivolgere loro un pensiero, con l’auspicio, che, questa memoria non vada dispersa e continui a vivere nel tempo.
Le fiaccole che si stanno accendendo in questa piazza, vogliono essere un segno in questo senso e un invito e uno stimolo a non dimenticare.
Davanti al palazzo comunale di Aquino, il sindaco Grincia, riceve i sindaci del cassinate che parteciperanno alla cerimonia commemorativa della liberazione di Aquino, il 24 e 25 maggio del 1944.
I gonfaloni dei comuni del Cassinate davanti al municipio di Aquino per sfilare verso piazza san Tommaso Vengono accolti dal sindaco aquinate Antonino Grincia.
Il lungo corteo con il gonfaloni dei comuni del cassinate, si avvia verso la piazza san Tommaso dove il sindaco Grincia terrà la commemorazione della distruzione e della successiva ricostruzione della città di san Tommaso.
Un'altra immagine della lunga fila dei gonfaloni comunali del cassinate intervenuti per la cerimonia commemorativa e per il conferimento ad Aquino della medaglia d'argento al merito civile.
Un aspetto di piazza san Tommaso nella serata del 19 luglio 2004 con i gonfaloni dei comuni schierati ed un picchetto dell'esercito italiano.
Il sindaco di Aquino Grincia, e il prefetto di Frosinone Cozzani, passano in rassegna il picchetto dell'esercito, e i gonfaloni schierati in piazza san Tommaso.
Il prefetto di Frosinone Cozzani e il sindaco aquinate Grincia, passano in rassegna il picchetto dell'esercito italiano schierato in piazza san Tommaso. E' il 19 luglio 2004, data che ricorda l'inizio delle operazioni di guerra sul territorio aquinate, quando fu bombardato l'aeroporto militare di Aquino, e cioè il 19 luglio del 1943.
Un'immagine che mostra la lunga fila dei gonfaloni dei comuni del cassinate schierati davanti al palazzo comunale di Aquino, da dove partirà il corteo fino in piazza san Tommaso.
La banda musicale accompagna il lungo corteo con i gonfaloni e i sindaci dei comuni del cassinate che procede verso piazza san Tommaso dove si terrà la cerimonia commemorativa della liberazione di Aquino.
La schiera dei sindaci dei comuni del cassinate, in fascia tricolore, con in testa il sindaco di Aquino Grincia, scorre dietro il gonfalone aquinate con la medaglia d'argento al merito civile, appuntatavi dal Presidente della Repubblica italiana Ciampi il 15 marzo dello stesso 2004 a Cassino.
Un'altra immagine dei sindaci dei comuni del cassinate guidati dal sindaco aquinate Grincia, che sfilano verso piazza san Tommaso, per la commemorazione della liberazione di Aquino a 60 anni di distanza.
I gonfaloni dei comuni del cassinate giungono in piazza san Tommaso per la cerimonia commemorativa della liberazione, commemorazione tenuta dal sindaco Grincia e da altri rappresentanti delle Istituzioni.
I gonfaloni dei comuni del cassinate, giunti in piazza san Tommaso, passano in rassegna il picchetto dell'esercito schierato davanti al monumento aquinate ai caduti in guerra.
Un aspetto di piazza San Tommaso ad Aquino mentre i gonfaloni dei comuni del cassinate cominciano a sfilare davanti al picchetto militare e ai tanti cittadini aquinati presenti alla cerimonia.
Il picchetto dell'esercito al momento del presentat'arm ai gonfaloni dei comuni del cassinate che sfilano in piazza san Tommaso ad Aquino. E' il 19 luglio del 2004
Il sindaco Aquinate Antonino Grincia e il prefetto di Frosinone Cozzani, passano in rassegna il picchetto d'onore dell'esercito in piazza san Tommaso poco prima che abbia inizio la cerimonia per la ricorrenza dei 60 anni della fine delle operazioni di guerra nel territorio cassinate.
Un aspetto di piazza san Tommaso ad Aquino nel corso della cerimonia per i 60 anni del passaggio del fronte di Cassino, e del conferimento della medaglia al merito civile alla città di Aquino. Il sindaco aquinate Grincia, e il prefetto Cozzani stanno per passare in rassegna il picchetto dell'eserito.
Il prefetto Cozzani, e il sindaco di Aquino Grincia, rendono omaggio ai gonfaloni dei comuni del cassinate schierati in piazza san Tommaso.
Ancora un'immagine del sindaco della città di Aquino Grincia e del prefetto di Frosinone Cozzani mentre rendono omaggio ai gonfaloni dei comuni decorati di medaglia...tra questi, ci sono anche i gonfaloni dei Comuni decorati con medaglia d'oro: Cassino, Mignano Montelungo, Esperia e Vallecorsa.
Cittadini aquinati raccolti in piazza san Tommaso per la celebrazione del sessantesimo anniversario della distruzione della città di san Tommaso, e il conferimento della medaglia d'argento alla città di Aquino al merito civile.
Il palco con sindaci e autorità istituzionali posto in piazza san Tommaso ad Aquino. Si sta tenendo la cerimonia per commemorare il sessantesimo anniversario della distruzione di Aquino.
In piazza san Tommaso ad Aquino, due reduci aquinati della seconda guerra mondiale, portano una corona d'alloro al monumento ai caduti di Aquino. E' il 19 luglio del 2004.
Il sindaco di Aquino Antonino Grincia e il prefetto di Frosinone Aurelio Cozzani, in piazza san Tommaso si recano al monumento ai caduti della città di Aquino nel corso della cerimonia per il sessantesimo anniversario della distruzione, avvenuta nel maggio del 1944.
Il sindaco aquinate Grincia e il prefetto di Frosinone, in raccoglimento davanti al monumento ai caduti in guerra della città di Aquino.
Nel corso dell'omaggio al monumento ai caduti in guerra della città di Aquino, il 19 luglio 2004, si procede all'alzabandiera.
Il palco delle autorità posto davanti alla cattedrale di Aquino, mentre si procede alla commemorazione dei fatti di guerra del 43-44. In prima fila il sindaco aquinate Grincia, il sindaco di Cassino Scittarelli, il prefetto di Frosinone Cozzani. Legge una preghiera di suffragio, il parrcoco mons. Mario Milanese.
Sul palco davanti alla cattedrale di Aquino, si procede alla commemorazione del sessantesimo anniversario della distruzione della città.
Tiene una rievocazione storica il dott. Costantino Jadecola.
In piazza san Tommaso continua la manifestazione per celebrare il 60 anni dalla fine della guerra, e del conferimento della medaglia d'argento al comune di Aquino. Il vicepresidente della provincia Filippo Materiale porge il suo saluto.
I cittadini aquinati affollano piazza san Tommaso ad Aquino in occasione della commemorazione della fine della guerra nel territorio della linea Gustav.
E' il 19 luglio del 2004.
Un'immagine con cittadini e autorità aquinati in piazza san Tommaso ad Aquino mentre assistono alla cerimonia per il sessanta anni dalla distruzione.
Aquino 19 luglio 2004. Sindaci in fascia tricolore e altre autorità convenute assistono alla sfilata dei gonfaloni dei Comuni del Cassinate nel corso della cerimonia commemorativa dei 60 anni della liberazione della città di Aquino.
Sul palco posto davanti al monumento a san Tommaso per lo svolgimento della ceriminia per i 60 anni della distruzione della città, il sindaco aquinate Grincia, saluta il sindaco di Cassino Scittarelli, presidente del comitato per le celebrazioni della battaglia di Cassino e Montecassino.
Il Sindaco di Aquino Antonino Grincia e il prefetto di Frosinone, consegnano un attestato ai familiari di tutti i caduti aquinati della seconda guerra mondiale. Siamo in piazza san Tommaso, e il sindaco aquinate Grincia, sta consegnando l'attestato ad Antonio Del Duca, in ricordo del fratello Libero.
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